Canto di Natale
Teatro Filodrammatici
Ore 9:00 e ore 10:45*
Rassegna: Salt’in banco
* se non sarà raggiunto un numero sufficiente di adesioni sarà effettuata un’unica recita alle ore 10
da 7 a 12 anni – primarie, secondarie di 1° grado
Teatro delle Marionette degli Accettella

Da Charles Dickens

Lo spettacolo
È la sera della vigilia di Natale in una Londra di metà Ottocento quando… tre spiriti, quello del Natale Passato, del Natale Presente e del Natale Futuro, fanno visita all’anziano e scorbutico Ebenezer Scrooge, che mal sopporta il clima di festa che coinvolge la città e che, durante la sua vita ha trascurato tutto e tutti, compresa la sua famiglia. I tre fantasmi faranno ripercorrere a Scrooge la sua esistenza fino a quel momento, il suo presente e gli faranno vedere cosa accadrà nel futuro. Spettatore, suo malgrado, di questi eventi e premonizioni, Scrooge capirà i suoi errori e cercherà di porre rimedio a ciò che ha fatto di sbagliato. È la sera della vigilia di Natale in una Londra di metà Ottocento quando… un uomo avaro ed egoista… cambierà per sempre!
Dal romanzo di Charles Dickens pubblicato nel 1843, uno spettacolo che, utilizzando le tecniche del teatro d’attore, del teatro delle marionette e delle figure, ripercorrerà le atmosfere, le emozioni e i significati di uno dei racconti sul Natale più belli e commoventi

I temi affrontati dal testo
Il testo dello spettacolo è tratto dal libro di Charles Dickens con l’intento di rispettarne vicenda, contenuti e atmosfera. Dickens sceglie una narrazione principalmente basata sull’impianto classico della fiaba salvo poi lasciarsi influenzare, a tratti, dallo stile del romanzo gotico e da quella particolare ironia tipica di molti suoi scritti. Canto di Natale, inoltre, è un racconto allegorico, perciò lo stile narrativo si rifà alla tradizione inglese delle “moralities”, rappresentazioni teatrali di argomento morale o religioso a scopo didattico.
Si tratta di un testo che offre molti spunti di approfondimento. L’avarizia che impedisce al protagonista Ebenezer Scrooge di capire il vero valore dei rapporti umani e quindi dell’esistenza. La contrapposizione tra ricchezza e povertà, in un contesto sociale pieno di contraddizioni. L’infermità di cui soffre Tiny Tim, il figlioletto del segretario di Scrooge, che potrebbe essere curata e che invece, a causa dei pochi mezzi economici, potrebbe portare il bimbo morte. L’amore che soccombe all’avidità quando Scrooge preferisce dedicarsi ad una vita solitaria di speculazioni e accumulo piuttosto che condividerla con Belle, sua fidanzata. Il fantastico che si manifesta nella presenza dello spettro Marley, ex socio di Ebenezer, morto improvvisamente, e in seguito con la visita di tre fantasmi. Il Natale visto da due punti di vista differenti: quello gioioso, del calore dato dall’amore e dall’unione, e quello privo di serenità per le persone insensibili come Scrooge. Tipico della fiaba è il finale, tutto positivo, con una morale: chi vive nell’aridità e nell’avidità d’animo ha la possibilità di liberarsi delle catene del materialismo, della mancanza di amore e delle differenze sociali che sono alla base dell’aridità emotiva che pervade e affossa la società moderna. Tutti possono migliorare, modificare il loro atteggiamento e alimentare il proprio spirito con valori nuovi, capaci di risanare i dolori dell’anima. Così il protagonista del Canto di Natale riconoscerà i propri errori, l’egoismo che lo ha portato all’isolamento e alla perdita di persone che amava e cercherà di rimediare dando un senso più profondo alla propria vita.

testo e regia Danilo Conti
con Alessandro Accettella, Antonia D’Amore, Viviana Mancini e Romano Talevi
scenografie Danilo Conti e Antonella Piroli, pupazzi Antonia D’Amore, costumi Matteo Rigola, luci Roberto De Leon

Dicembre 7
09:00

Teatro Filodrammatici

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